Materiali utilizzati
- bucce di cacao
- paglia
- foglie secche
- erba di sfalcio
- corteccia di pino sminuzzata
- cartone
- strame
- film plastici o bioplastici
- ghiaia
- lapillo
es.: corteccia sminuzzata
La pacciamatura imita quello che succede naturalmente nei boschi dove le foglie secche vanno ad accumularsi sul terreno ai piedi dell'albero, limitando la crescita di altra vegetazione.
L'effetto è dovuto sia ad un'inibizione di tipo fisico (impedimento alla penetrazione dei raggi solari, mancanza di spazio per lo sviluppo delle erbe infestanti) sia ad azioni di tipo biochimico (rilascio di sostanze bio-inibitrici che intossicano i semi e le parti di propagazione delle erbe infestanti).
Questa tecnica permette di mantenere, al livello delle radici superficiali, una temperatura più elevata nei mesi freddi, mentre diminuisce il bisogno di annaffiature durante i mesi caldi.
La pacciamatura è una metodologia molto utilizzata nelle pratiche agronomiche sostenibili, quali permacultura, agricoltura naturale e agricoltura biodinamica.
In ordine ai recenti problemi legati alla diffusione della zanzara tigre in Italia, va peraltro segnalato che la tecnica della pacciamatura, ormai assai diffusa in migliaia di giardini privati e pubblici, crea altrettanti ricettacoli per lo sviluppo delle larve le quali, contrariamente a quanto spesso ritenuto, si sviluppano non solo nei ristagni d'acqua ma nel terreno stesso, se umido, e non a caso proliferano nelle macchie e nella vegetazione bassa e ombreggiata.
Una tecnica assai indicata per i vantaggi che dà sulla cura della vegetazione comporta quindi oggi un problematico rovescio della medaglia su cui vale la pena fare qualche riflessione.
Fonte: Wikipedia.org
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