Cultivar

In botanica, col termine cultivar (in passato abbreviato come cv) si intende il sistema di classificazione usato per designare le diverse varietà ottenute da una pianta coltivata.

Il termine, che è la contrazione delle parole inglesi "culti(vated) var(iety)", a sua volta calco del latino "varietas culta", è stato ufficialmente adottato durante il XIII Congresso di orticultura tenutosi a Londra nel 1952 al fine di distinguere le varietà coltivate da quelle ottenute invece da piante allo stato spontaneo, per le quali si continua ad usare la classificazione tradizionale.

La maggior parte delle cultivar deriva da incroci operati dai coltivatori e dagli orticoltori, che nei secoli hanno selezionato le piante in modo da esaltarne i caratteri ritenuti importanti, quali il colore, le dimensioni dei fiori, la produttività o la resistenza alle malattie.

Il giacinto comune, ad esempio, viene per lo più coltivato in varietà che esaltano la densità dei fiori e che somigliano ben poco alla specie selvatica originaria.

Le cultivar, spesso sterili, vengono comunemente riprodotte vegetativamente e di alcune specie di grande valore economico, come il melo e la rosa, ne esistono molte migliaia.

Fonte: Wikipedia.org

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